Sull’importanza degli identificatori permanenti: le persone

Abbiamo visto come gli identificatori permanenti permettano di ovviare ai problemi legati all’uso delle URL e di aumentare la precisione con cui si fa riferimento alle diverse entità nell’universo bibliografico.

Oltre alle pubblicazioni, per le quali sono specificamente nati i DOI (Digital Object Identifiers) , è importante identificare in maniera certa e non ambigua anche le persone, in particolare quando esse siano autori delle pubblicazioni stesse.

Tra i più diffusi identificatori per gli autori ci sono ISNI e ORCID.

ISNI logo

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ISNI

Lo International Standard Name Identifier (ISNI) è un identificatore per autori e contributori di pubblicazioni come libri, programmi TV, articoli di giornali; consiste in un numero di 16 cifre che possono essere facoltativamente suddivise in quattro blocchi.

Sviluppato dall’ente International Organization for Standardization (ISO) come Draft International Standard 27729, la norma standard è stata pubblicata il 15 maggio 2012. Lo sviluppo e l’aggiornamento della norma sono responsabilità del technical committee 46, subcommittee 9 (TC 46/SC 9) dell’ISO.

Il codice ISNI, attraverso uno strumento che crea il codice appositamente, viene assegnato in modo univoco senza possibilità di codici identici.

ISNI permette che una singola entità venga identificata tramite un numero unico. Questo numero unico può essere collegato a qualsiasi dei numerosi altri identificatori che vengono utilizzati in tutti i settori editoriali per identificare nomi e altre forme di identità.

Un esempio dell’uso di un tale numero è l’individuazione di un esecutore musicale che è anche uno scrittore, sia di musica e di poesie. Sebbene egli potrebbe essere identificato in molti diversi database utilizzando numerosi sistemi di identificazione diversi, in base al sistema ISNI, avrebbe avuto un unico record di collegamento ISNI. Tutti i diversi database potrebbero quindi scambiarsi i dati relativi a quella particolare identità senza ricorrere a metodi più imprecisi, come per esempio il mero confronto delle stringhe di testo che compongono i nomi. Un esempio che si potrebbe proporre è relativo alle difficoltà incontrate al momento di individuare un singolo ‘Mario Rossi’ in una banca dati bibliografica, poiché ci possono essere molti record per ‘Mario Rossi’, senza che sia facile capire quale record rappresenti lo specifico ‘Mario Rossi’ che stavamo cercando richiesto.

Se un autore ha pubblicato sotto diversi nomi o pseudonimi diversi, ognuno di tali nomi riceverà un proprio ISNI.

ISNI può essere utilizzato da biblioteche e archivi per la condivisione delle informazioni del catalogo; per una più precisa ricerca di informazioni on-line e nei database, e può aiutare la gestione dei diritti di proprietà intellettuale al di là dei confini nazionali e in ambito digitale.

Assegnazione del numero ISNI

ISNI è gestito da un’agenzia internazionale conosciuta come ISNI-IA. La società britannica senza fini di lucro ha tra i suoi soci la Confédération Internationale des Sociétés d´Auteurs et Compositeurs (CISAC), la Conference of European National Librarians (CENL), la International Federation of Reproduction Rights Organisations (IFRRO), la International Performers Database Association (IPDA), il Online Computer Library Center (OCLC) e ProQuest. È gestita da direttori nominati dai soci, nel caso della CENL, da rappresentanti della Bibliothèque nationale de France e dalla British Library.

L’agenzia ISNI-IA utilizza un sistema che comprende una interfaccia utente, un data-schema, algoritmi di disambiguazione, e database che rispettano gli standard ISO. Il sistema è basato innanzitutto sul servizioVirtual International Authority File (VIAF), sviluppato da OCLC per la catalogazione nelle biblioteche.

L’accesso al sistema di assegnazione è controllato da enti indipendenti denominati ‘registration agencies’, che si riferiscono poi direttamente agli utenti, assicurando che i dati siano corretti e compensando la ISNI-IA per la manutenzione del sistema. Le agenzie di registrazione sono abilitate dalla ISNI-IA ma gestite e finanziate in maniera autonoma.

ORCID logo

ORCID logo

ORCID

L’Open Researcher and Contributor ID (acronimo: ORCID) è un identificativo alfanumerico non-proprietario per l’identificazione univoca degli scienziati e di altri autori dellaletteratura scientifica. Risponde al problema di distinguere i contributi dei diversi autori nel caso di [omonimia|omonimi], di cognomi che mutano (ad esempio in seguito ad un matrimonio), di abbreviazioni diverse per il prenome o di traslitterazioni da sistemi di scrittura diversi. Esso fornisce un identificativo stabile per le persone in analogia al ruolo svolto dai digital object identifier (DOI) per i contenuti.

L’organizzazione ORCID offre un registro aperto ed indipendente volto a divenire lo standard de facto per l’identificazione degli autori di pubblicazioni scientifiche. ORCID ha lanciato il proprio servizio il 16 ottobre del 2012, emettendo i primi identificativi utente.

Storia

ORCID è nato come “Open Researcher Contributor Identification Initiative”. A partire dall’esperienza del ResearcherID di Thomson Reuters venen sviluppato un prototipo.

Il registro ora è gestito da un’organizzazione nonprofit indipendente, denominata ORCID, Inc., fondata nell’agosto 2010. ORCID è utilizzabile liberamente e interoperabile con altri sistemi di identificatori persistenti. ORCID ha lanciato il proprio registro e iniziato a emettere identificatori il 16 October 2012. Formalmente, gli ORCID ID vanno specificati come URI, per esempio l’ORCID per Giovanni Solimine è http://orcid.org/0000-0002-7532-0899, anche se alcuni editori utilizzano la forma abbreviata, come “ORCID: 0000-0002-7532-0899”.

ORCID è parte dell’International Standard Name Identifier (ISNI), sotto gli auspici dell’International Organization for Standardization (ISO 27729); le due organizzazioni cooperano strettamente. ISNI identificherà unicamente gli autori di contributi a libri, programmi televisivi e giornali, e ha riservato un blocco di identificatori all’uso da parte di ORCID, tra i numeri 0000-0001-5000-0007 e 0000-0003-5000-0001. Tuttavia, è possibile per una medesima persona di avere sia l’ISNI che l’ORCID – cioè, in realtà, due ISNI.

Sia ORCID che ISNI utilizzano indicatori di 16 caratteri, utilizzando i numeri 0–9, separati a gruppi di quattro da un trattino. Il carattere finale potrebbe essere anche la lettera “X” che rappresenta il valore “10” (per esempio, l’ORCID di Andrea Marchitelli, studioso di biblioteconomia, è http://orcid.org/0000-0003-4448-496X), cioè un check digit MOD 11-2 conforme allo standard ISO/IEC 7064:2003.

Esiste anche un identificativo ORCID per una persona fittizia, Josiah Carberry, http://orcid.org/0000-0002-1825-0097, da usare nei test e negli esempi.

Usi

Scopo di ORCID è favorire “la transizione dalla Scienza alla e-Science, laddove le pubblicazioni scientifiche possno essere setacciate per estrarre collegamenti e idee nascosti nel volume sempre crescente della letteratura scientifica. Un altro uso suggerito è quello di fornire ciascun ricercatore di un ‘curriculum vitae’ digitale, che fornisca un quadro del suo contributo alla scienza che vada molto oltre la semplice lista di pubblicazioni”.  L’idea è che altre organizzazioni possano usare il database ad accesso aperto di ORCID per costruire sopra i loro servizi.

In un editoriale pubblicato su Nature è stato notato che ORCID, oltre a contrassegnare il contributo che i ricercatori danno agli articoli, “potrebbe anche essere assegnato ai dataset che egli ha contribuito a generare, commenti ai post pubblicati sui blog dei suoi colleghi, bozze di articoli non ancora pubblicati, modifiche alle pagine di Wikipedia e molto altro ancora”.

Nell’aprile 2014, ORCID ha annunciato di iniziare a collaborare con Consortia Advancing Standards in Research Administration Information per registrare e riconoscere i contributi di peer review.

Partecipanti e comunità

Nel luglio 2016 ORCID conta 460 organizzazioni partecipanti.[19]. Membri di ORCID sono molti editori, come Elsevier, Springer, Wiley and Nature Publishing Group, enti di ricerca (tra i quali molte università italiane e CNR), società commerciali come Thomson Reuters, società scientifiche ed enti di finanziamento.

In particolare, per agevolare il processo di adozione dell’identificativo, minimizzare i costi e semplificare il processo di registrazione per tutti i ricercatori italiani, ANVUR, CRUI e CINECA hanno avviato nel 2015, in occasione dell’esercizio di valutazione VQR 2011-2014, il progetto I.R.ID.E (Italian Researcher IDentifier for Evaluation), che ha come obiettivo l’adozione di ORCID su scala nazionale.

Nel giugno 2014, ORCID ha avviato la collaborazione con Andy Mabbett come Wikipediano in residenza.

Integrazioni

In aggiunta alle organizzazioni partecipanti, altri editori, riviste e servizi hanno incluso ORCID nei loro flussi di lavoro o banche dati. Per esempio, il Journal of NeuroscienceSpringer, Hindawi Publishing Corporation, Europe PubMed Central, Wikipedia e Wikidata.

Alcuni servizi online hanno creato strumenti di importazione di dati verso o importazione da ORCID. Tra questi, Scopus e FigshareThomson Reuters ha abilitato lo scambio di dati tra ORCID e il suo sistema ResearcherID system, e viceversa.

Altri strumenti ancora permettolo la migrazione di contenuti da altri servizi verso ORCID, per esempio ODIN, per DataCite e Mendeley2ORCID, for Mendeley.

Alcuni dati di ORCID possono essere recuperati anche come RDF.


I contenuti di questa pagina sono tratti in massima parte dalla versione inglese di Wikipedia (pagine ISNI e ORCID) tradotta e adattata da Andrea Marchitelli e intesa per l’arricchimento della versione italiana di Wikipedia.