Contaminazioni: Wikipedia e la stampa

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Proprio oggi ho scoperto l’ennesimo nuovo (e per me sorprendente) progetto di Wikipedia.
Si tratta della possibilità di creare libri, montando insieme le pagine della maggiore enciclopedia libera del Web.


Il sistema, davvero di facile utilizzo, permette agli utenti di scegliere le voci da comprendere nel volume e, successivamente, di ordinarle, di suddividerle in paragrafi e, se necessario, di aggiungere altre pagine, come un’introduzione o una premessa.

Vengono creati poi automaticamente indici e apparati, corredando il tutto delle opportune licenze, in pieno spirito wikipediano.
A questo punto, a libro finito, si può decidere se scaricarlo in ODT (il formato dei documenti di OpenOffice), in PDF o, addirittura, di stamparlo, on demand, da un fornitore convenzionato, per una cifra ragionevole.
Il progetto è appena partito e i libri disponibili sono ancora in numero limitato: se nei prossimi mesi prenderà piede troveremo a nostra disposizione delle monografie su argomenti specifici, che ci permetteranno di farci un’idea, forse più complessa rispetto alla lettura delle singole voci, del tema oggetto del documento.
È chiaro che non si tratta di un’inversione di tendenza, dal digitale verso la carta stampata, e che nei prossimi mesi non dobbiamo aspettarci di trovare Wikipedia in vendita in edicola, a fascicoli settimanali; tuttavia mi pare interessante che il testo digitale e quello stampato stiano sperimentando ibridazioni e contaminazioni in entrambi i sensi.