PLEIADI supera 2,5 milioni di record

PLEIADI, il service provider OAI più amato dagli italiani, veleggia ormai oltre i 2 milioni e mezzo di record indicizzati: si tratta del maggior motore di ricerca per trovare articoli, libri e altri tipi di pubblicazioni dei docenti e ricercatori universitari italiani.

Home page di PLEIADI

Home page di PLEIADI

PLEIADI, gestito oggi da Cineca, nasceva, oltre 10 anni fa, da un progetto congiunto degli allora altri due consorzi interuniversitari, CASPUR e Cilea, come piattaforma nazionale per l’accesso centralizzato alla letteratura scientifica contenuta negli archivi e nelle riviste ad accesso aperto italiane.

Nonostante questo traguardo estremamente positivo, tuttavia, bisogna notare che i full text open access ai quali dà attualmente accesso sono pochi, molto pochi: meno del 5%, con quantità irrilevanti di item ad accesso ristretto oppure sotto embargo.

Distribuzione dei contenuti di PLEIADI per diritti di accesso al file

Distribuzione dei contenuti di PLEIADI per diritti di accesso al file

L’importanza della comunicazione dei rights

Dare indicazioni precise, al di là di queste cifre, non è tuttavia così semplice.

È noto che PLEIADI non raccoglie direttamente i full text ma solo i metadati.
L’indicazione sulla possibilità di accedere o meno al file non è derivata quindi da una verifica sui file ma è basata sulla presenza e il contenuto del metadato dc:rights, secondo il vocabolario DRIVER, quindi, nello specifico

<dc:rights>info:eu-repo/semantics/openAccess</dc:rights>

Questo metadato è configurato per essere esposto certamente in tutti gli IRIS; lo inseriamo di default al momento dell’import per gli OJS; è però presente in pochissimi altri archivi.

Oggi, circa il 25% degli item di PLEIADI non ha informazioni sui diritti di accesso al file.[ref]Sui due milioni e mezzo di record complessivi, il metadato dc:rights è presente solo in 1.941.041 di essi[/ref]

Considerando che si tratta in molti casi di archivi più piccoli, in alcuni disciplinari, la sola indicazione delle condizioni di accesso in tutti i casi potrebbe far crescere la percentuale riportata per gli item OA (anche se questa è solo una personale supposizione).

In ogni caso sarebbe bene che i gestori di questi repository aggiungessero questa informazione ai metadati esposti via OAI-PMH perché avremmo dati più concreti e certi su cui lavorare.