Google scholar

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Nerd alert, inserito originariamente da ArtScience London.

Google Scholar è un servizio di Google non ancora molto utilizzato ma con buone premesse per diventare grande.

Si tratta di una banca dati bibliografica, che cattura e indicizza documenti bibliografici presenti su web, ad accesso aperto e non. In particolare, a differenza del fratello maggiore, i contenuti interrogati sono quelli provenienti dal mondo della ricerca, scholar, per l’appunto.  Il fatto che sia completamente gratuita e che sia collegata a Google ne fa un concorrente assai temibile per il futuro di servizi come Scopus o Web of Science (molto più solidi, per ora, ma riservati a un pubblico di specialisti).

Scholar si definisce così:

Google Scholar presenta documenti approvati per la pubblicazione, testi, libri, abstract e altre opere della letteratura accademica di ogni settore di ricerca. Potrai trovare le opere di molte case editrici accademiche e ordini professionali, nonché gli articoli accademici disponibili sul web. Talvolta, Google Scholar include più versioni di un articolo, eventualmente in fase preliminare, alle quali puoi avere accesso

A questo servizio accenna Tessa Piazzini nel suo articolo “Gli indicatori bibliometrici: riflessioni sparse per un uso attento e consapevole“, recentemente pubblicato su JLIS.it.

Per alcuni aspetti, Google Scholar è un servizio piuttosto avanzato. Molto interessante il fatto che, grazie alla collaborazione con alcuni editori, Scholar è in grado di recuperare anche risultati non disponibili su Web, per i quali compare solo una citazione.

Dettaglio del risultato di una ricerca su Google Scholar

Dettaglio del risultato di una ricerca su Google Scholar

Le biblioteche o i sistemi che hanno un proprio sistema di link resolving, per esempio, possono organizzarsi in maniera tale da farne comparire il link all’interno della schermata dei risultati di Scholar (nell’immagine di esempio compare il link al resolver dell’università di Bologna, A-Link. Una volta che la biblioteca è stata registrata da Google, per gli utenti è assai semplice configurare le proprie preferenze, inserendo la propria affiliazione, per far comparire il link al resolver preferito.Una volta configurato il sistema, cliccando sul link del resolver, l’utente, senza particolare fatica, potrà essere condotto, attraverso la biblioteca digitale del proprio ente, a visualizzare il full-text della risorsa, anche in quei casi in cui esso fosse a pagamento o ad accesso riservato (sempre che il suo ente sia abbonato, ovviamente!).